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’Dirty Game’ a Black Novel by Sonny Rise and Press 2022

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“Dirty Game” a Black Novel by Sonny – Rise and Press 2022

La differenza che passa tra sex appeal e seduzione, tra erotismo e pulsione sessuale, benché nella veste patinata delle riviste porno raffinate talvolta molto eloquenti, solo in qualche caso volgari nei passaggi da eccitazione a orgasmo, potrete trovarla in questa ‘black novel’ che è anche la storia di una irrequietezza individualistica senza possibilità di scampo. In cui la ‘passione sessuale’ e/o gli ‘orgasmi da possesso’ degli interpreti vengono ripetuti a sfinimento, tali da essere ripresi e moltiplicati con dovizia di particolari, che non lasciano nulla all’immaginazione. Una sorta di ‘manuale erotico’ che permette a chiunque di riproporsi nell’interpretazione ‘mercificata’ dei rispettivi ruoli.
Niente di veramente nuovo se non un ‘mixed up’ di pamphlet da ‘sexy shop’ che tanto hanno ripreso da una certa letteratura e ancor più hanno suggerito al cinema in pellicole diventate ‘cult’. Per quanto una lista sarebbe troppo lunga da includere nello spazio di questo breve articolo, tanti sono i libri e altrettanti i film comunque di successo da leggere e da vedere e/o rivedere instancabilmente da chi non proscrive l’erotismo a qualità esclusivamente pornografica. Ma che ne sarebbe delle nostre ‘eroine’ e dei nostri ‘super eroi’ ai quali ci siamo ispirati una volta superata la febbricitante ossessione degli orgasmi? Meglio non chiederselo e lasciare che il ‘gioco’ si concluda da sé, magari accompagnato da un leitmotiv sullo sfondo di quel fare all‘amore la cui aspettativa non deve mai venire meno, ne vale l’ ‘illusione letteraria’ che pure, nel tempo, si è espressa con stupendi ‘capolavori’ del genere erotico.
Riguardo invece alle pagine ‘sporche’ di questa ‘black novel’ come l’ha pensata il nostro autore, è tutta concentrata nel chiedere quel ‘qualcosa di più’ che in fondo ‘il sesso per il sesso’ non può dare, e che incredibile a dirsi, al contrario, solo la profondità dei sentimenti arriva a soddisfare: “Essere sadici o masochisti significa avere un posto speciale tra i perversi. Si tratta di un duale conflitto che sta alla base della nascita della società come la si intende al giorno d’oggi. È il contrasto costante tra l’attività e passività che rimane un elemento fondante della vita di ciascuno di noi. Come diceva Freud esiste al giorno d’oggi, e da sempre, un rapporto molto stretto tra la crudeltà e il destino” – scrive Sonny.
Ce n’è davvero per tutti i gusti (leggi perversioni), ma questa è tutta un’altra storia, siete pronte/i ad assumervi tutte le imprudenze del caso: “La porta dell’avvenire sta per aprirsi. Lentamente. Implacabilmente. Io sono sulla soglia. C’è soltanto questa porta e ciò che v’è nascosto dietro. Ho paura. E non posso chiamare nessuno in aiuto. Ho paura” – scrive Simone de Beauvoir in “Una donna spezzata”, un classico che ha fatto della liberazione femminile la sua bandiera, andando oltre la sottigliezza psicologica di identità, di ruolo, di prospettive che la teneva legata alla propria condizione di donna, per far fronte a una sconfitta senza appello.
Ma non c’è da farsi illusioni, né tantomeno da scandalizzarsi, quanto accade in un uomo è anche peggio e/o meglio, dipende dai gusti (leggi tendenze), “anche la perversione più estrema diventa realtà”. Se consideriamo quanto scritto da Massimo Recalcati in “La forza del desiderio”, non certo accade allo stesso modo in cui si viene ‘curati’ dallo psicanalista che ci vuole sdraiati sul lettino apposito, sconvenientemente alla stregua delle sue ossessioni interlocutorie che, per quanto ci riguardano da vicino, ci fanno sentire scavati nell’intimità di quella ‘privacy’ che non riveleremmo neppure a noi stessi, e “che improvvisamente scopriamo avere la connotazione del nostro (pur assai grande) essere nascosto: il nostro inconscio”.
Quello stesso ‘impulsivo quanto irrazionale istinto’ che già Jacques Lacan, ripreso più volte da Recalcati, esprimeva come: “responsabilità senza padronanza” riguardante l’apertura al desiderio che spesso abbiamo tenuto nascosto e/o segregato, perché avevamo e/o abbiamo ancora ‘paura’ di esternare, e che guarda caso, come un tarlo continua a condizionare la volontà dei nostri sentimenti e delle nostre azioni. Al punto che tradire di fare l‘esperienza del ‘desiderio’ è un po’ come tradire noi stessi ma, poiché siamo esseri antropici, diversi dagli animali che provano solo istinti, dovremmo anche ammettere a noi stessi di non essere perfetti, anzi di essere imperfetti e quanto più diversi, per questo considerati ‘umani’ e alquanto meravigliosi.
Meravigliosi sì! Se pure alla stregua di una transumanza d’intenti (di desideri) da considerare senza alcuna colpa e/o responsabilità, nella possibilità di fare d’ogni eventualità un’esperienza: “Noi siamo portati dal desiderio, (o meglio), siamo posseduti dal desiderio, non nel senso negativo del termine”, (bensì) “il desiderio ci attraversa, […] che non è la forza dell’io semplicemente, ma che è qualcosa di ulteriore rispetto all’io; […] l’esperienza di una forza che mi supera.” E ancora: “Dove c’è l’io, dove c’è la supponenza dell’io di governare il desiderio, non c’è desiderio. Viceversa, esso appare quando l’io si indebolisce, quando l’io riconosce la sua insufficienza. È per questo che l’io è in fondo la malattia mentale dell’uomo: credersi un io è veramente la ‘follia più grande’. Credersi un io è una follia, e questa follia adombra l’esperienza del desiderio.”
È il contenuto intrinseco di questa ‘black novel’ che l’autore Sonny ha trasformato in un noir sui generis dai contorni horror, ma che in realtà, trovo carente di quel ‘profumo proibito’ che un romanzo improntato sull’ossessione deve avere, magari sacrificando il particolare talvolta superfluo delle descrizioni d’ambiente, insomma privo di quel tocco poetico (leggi glamour) che lo rende sublime…
“Fino a quando?” Finché i confini del ‘gioco’ iniziano a confondersi con quelli della realtà”, si risponde l’autore in questo suo ‘primo’ romanzo. Non ci resta che aspettare il suo ‘secondo’, che stando alla sua còlta scrittura presto ci servirà su un piatto d’argento.

L’autore.
Sonny, classe 1990 siciliano, è al contempo impegnato nel suo percorso di Scienze delle Relazioni Internazionali e Politiche ha maturato esperienze diverse di alta formazione artistica e musicale, nonché giornalistica passando dalle collaborazioni per testate nazionali a progetti editoriali.






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